Uno degli obiettivi minimi di una cultura di base economica dovrebbe essere quello, quanto meno, di saper distinguere un investimento sicuro da un’offerta irreale che promette grandi profitti in poco tempo.
In Italia manca un’educazione finanziaria che parta prima di tutto dalle scuole. Il consumatore medio è molto preparato quando deve acquistare un’automobile o uno smartphone. Quasi sempre si presenta in concessionaria o in negozio conoscendo già le caratteristiche tecniche del prodotto grazie all’amico esperto e si è appassionato a confrontare i vari modelli sui vari blog di riferimento.
Ma questo purtroppo non succede quando il risparmiatore si reca in banca per investire i propri soldi o quando l’acquirente di una casa deve richiedere un mutuo.
Eppure a volte si parla dei risparmi di una vita. Una base di educazione finanziaria dovrebbe servire prima di tutto per evitare di dire al consulente bancario: “io non capisco niente di finanza, non so che cosa sto firmando, però mi fido”.
Le note vicende del passato legate ai salvataggi di Stato delle banche hanno messo in luce l’incapacità di tanti risparmiatori di gestire i propri soldi.
Non serve essere degli esperti di finanza o essere laureati in economia per saper investire i propri risparmi. Alla base di una consapevolezza finanziaria esistono poche e semplici regole. Eccone alcune.
“Non mettere tutte le uova nello stesso paniere”, diceva il premio Nobel Harry Markowitz. Tanti risparmiatori spesso dimenticano la prima regola dell’investitore: diversificare. Dovrebbe ricordarsene chi è tentato di affidare tutti i propri risparmi in un unico investimento, con il rischio di poter perdere tutto in breve tempo. Diversificando i risparmi si possono massimizzare i profitti e ridurre al minimo le eventuali perdite. Se gli investitori di una delle banche fallite avesse seguito questa semplice regola, avrebbero certamente limitato le perdite.
“Se non capisci l’investimento, non sottoscriverlo” (Warren Buffett). Meglio stare alla larga da prodotti finanziari troppo complessi, con poche informazioni chiare o che legano la propria performance all’andamento di mercati di cui si conosce troppo poco o nulla.
La formula “basso rischio, profitto garantito” non esiste. È fondamentale prendere consapevolezza del fatto che ad un alto rendimento corrisponde inevitabilmente un rischio più elevato, a volte troppo.