Quando si accende un mutuo, ci si assume un impegno a lungo termine. Anche se tale impegno potrebbe non sembrare gravoso, non si è tuttavia consapevoli di ciò che può accadere in futuro e l’insorgere di imprevisti potrebbe rendere impossibile il pagamento puntuale delle rate. Vediamo quali sono i rischi a cui si va incontro in caso di mancato pagamento delle rate del mutuo.
Pagamento in ritardo del mutuo, cosa succede?
Se la rata del mutuo non viene versata entro la scadenza prefissata, la banca applicherà una mora. Ciò significa che all’importo della rata verranno sommati degli interessi (il cui tasso può variare tra il 2 e il 4% in più rispetto a quello stabilito nel contratto) commisurati ai giorni di ritardo, oltre alle spese accessorie come le commissioni di insoluto e le spese per il recupero del credito.
Se le rate del mutuo non vengono saldate per un periodo più lungo, si va incontro a conseguenze ben più serie. In questo caso l’istituto di credito può segnalare il mutuatario in Centrale Rischi e procedere anche alla risoluzione del contratto.
La segnalazione alla Centrale Rischi
La Centrale Rischi è un database conservato presso la Banca d’Italia dove vengono iscritti i nomi dei cattivi pagatori. Tale iscrizione, che ha una durata massima di 5 anni, comporta conseguenze molto gravi. La persona segnalata, oltre ad incontrare difficoltà quasi insormontabili nell’ottenere un nuovo finanziamento, può anche vedersi proibire l’apertura di un conto corrente e l’utilizzo di assegni, carte di credito e bancomat.
I presupposti per la segnalazione alla Centrale Rischi
La banca può segnalare il mutuatario in tre casi ben precisi:
- per il mancato pagamento di una sola rata;
- per un pagamento effettuato con un ritardo superiore ai 180 giorni;
- per il ritardato pagamento di almeno 7 rate anche non consecutive (con un ritardo inferiore ai 180 giorni).
La risoluzione del contratto di mutuo
I ritardi e i mancati pagamenti possono indurre la banca a revocare il mutuo e a richiedere l’estinzione del debito entro 15 giorni. Qualora il mutuatario non sia in grado di saldare quanto dovuto, l’istituto di credito può pignorare l’immobile su cui grava l’ipoteca, oltre a procedere legalmente contro il debitore o contro il fideiussore che aveva prestati la garanzia del mutuo.
Per recuperare il credito, inoltre, la banca può ricorrere al pignoramento dello stipendio, della pensione o dei conti correnti del debitore. La banca tuttavia non può espropriare la casa, a meno che questa specifica clausola non sia prevista nel contratto del mutuo.
Cosa fare se non si è in grado di pagare una o più rate del mutuo?
Innanzitutto è bene avvertire in anticipo la banca per cercare una soluzione. Si può infatti ottenere una rinegoziazione del tasso di interesse, rivedere il piano di ammortamento e magari ottenere la sospensione del mutuo in base alle moratorie in vigore, che permettono di chiedere lo stop delle rate fino a 18 mesi.
Se la rinegoziazione del mutuo non venisse accettata dalla banca, c’è sempre la possibilità della surroga, ovvero la possibilità di trasferire il mutuo presso un’altra banca che offra condizioni più favorevoli. E con gli attuali tassi ai minimi storici si potrebbe concludere un ottimo affare.
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