Euribor, perché sta aumentando?

Stefano Tempera
Eurirs

Chi consulta tutti i giorni l’andamento dei tassi Euribor avrà notato, nelle ultime settimane, un netto aumento dell’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile.

In particolare, nelle ultime sessioni, la scadenza mensile è salita ai livelli di giugno 2019, mentre quella trimestrale non è mai stata così alta addirittura da aprile 2016.

Lo stesso (strano) effetto sta accadendo negli Stati Uniti. Dopo che la Federal Reserve ha abbassato i tassi di interesse di mezzo punto per far fronte all’emergenza coronavirus, infatti, il Libor a tre mesi, il corrispettivo americano dell’Euribor, è salito specularmente di oltre 50 punti base nelle ultime quattro settimane, da 0,78 a 1,32.

Sia l’Euribor che il Libor, oltre ad essere utilizzati come parametro dei mutui a tasso variabile, sono anche i tassi di riferimento con cui le banche si prestano tra di loro il denaro.

E in un periodo di incertezza come quello che stiamo vivendo, le banche si scambiano meno soldi tra di loro rendendo il costo del denaro più caro.

In questi giorni sembra che si stia verificando quanto accaduto nel 2008, con le dovute distanze, semplicemente perché oggi siamo in presenza di tassi negativi, mentre 12 anni fa si registravano i tassi più alti da quando esiste l’Euribor. Ma, come oggi, l’indice Euribor non rispondeva direttamente al tasso di riferimento della Banca centrale europea.

Più precisamente, nel corso del 2008, il tasso di riferimento Bce era fermo a 4,25% proprio nei giorni in cui l’Euribor 3 mesi continuava una salita inarrestabile fino a quando toccò quota 5,39. Fu necessario un taglio dei tassi interesse di mezzo punto, portandoli a 3,75%, per far scendere l’indice di oltre due punti percentuali in un paio di mesi.

Oggi, come detto, lo scenario è completamente differente e soprattutto i rischi per i titolari di un mutuo a tasso variabile sono molto più contenuti.

A tal proposito, oltre ad essere negativo, l’Euribor è ancora ben al di sotto del tasso di riferimento dello 0,00% e pertanto un aumento dentro certi parametri non deve spaventare, seppure il ritmo di crescita degli ultimi giorni sia insolito.

Soprattutto perché tutte le scadenze dell’Euribor, prima della riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea del 12 marzo, erano in contrapposizione rispetto ad oggi, in forte discesa, come a scontare in anticipo il possibile taglio del costo del denaro, come era previsto da tanti operatori del settore, ma poi non avvenuto.

Nel caso dell’ultima riunione, in seguito alla decisione della Bce di non tagliare i tassi di interesse, il rialzo è stato immediato e in breve tempo l’Euribor è aumentato riposizionandosi sui livelli di qualche settimana prima.

Oggi l’Euribor continua la sua salita. Nell’ultima sessione del 9 aprile, la scadenza mensile ha registrato quota -0,39, mentre quella trimestrale -0,22.

Mancano esattamente tre settimane alla prossima riunione della Banca centrale europea in cui si decideranno le sorti dei tassi di interesse. Da qui al 30 aprile monitoreremo tutti i giorni l’andamento dell’Euribor e cercheremo mano a mano di fornire più indicazioni sui possibili scenari futuri.