A causa dell’incertezza politica italiana, della crescente sfiducia nelle prospettive dell’economia nazionale e dell’andamento del mercato immobiliare nettamente inferiore rispetto alla maggior parte dei mercati esteri, gli italiani preferiscono aumentare la redditività del portafoglio immobiliare e al tempo stesso ampliarne la diversificazione acquistando un immobile all’estero.
Un report di Scenari Immobiliari ha analizzato le scelte di investimento oltrefrontiera degli italiani.
Il 2016 si è chiuso con 45 mila transazioni immobiliari, in calo del 5,2% rispetto al 2015. Una flessione giustificata dai rischi politici e sociali che hanno caratterizzato lo scorso anno, su tutti gli attentati in Europa, le elezioni Usa e la Brexit.
Ma nonostante il referendum inglese dello scorso 23 giugno, proprio il Regno Unito resta una delle mete più ambite dagli italiani che investono nella seconda casa all’estero.
La Brexit sembra non aver spaventato i tanti italiani che hanno comprato un immobile a Londra, anzi. Grazie al calo dei prezzi immobiliari e al favorevole cambio euro-sterlina, gli investitori hanno potuto spuntare qualche affare.
Anche se acquistare nella capitale inglese rimane un investimento per pochi. Il valore medio di acquisto è tra 500 mila e 1,2 milioni di sterline.
Secondo il report di Scenari Immobiliari, nell’ultimo anno si è comprato meno nelle zone di pregio come Kensington, Chelsea o Mayfair, mentre è cresciuto l’interesse per le aree riqualificate o emergenti, soprattutto Stratford e Shadwell.
In Europa, la Spagna è ancora il Paese preferito per l’acquisto della seconda casa. Le principali città iberiche, per lo più Barcellona e Madrid, hanno fatto registrare la più alta percentuale delle compravendite complessive, ben il 28%.
In Francia, anche nel 2016 gli italiani hanno optato per la sempre mite e vicina Costa Azzurra. Crescono anche le località di montagna, soprattutto Courchevel, Maribel e Saint Gervais.
Aumenta sempre di più l’interesse per il Portogallo, soprattutto per i pensionati, grazie alla possibilità di non pagare l’imposta sui redditi per dieci anni per i nuovi residenti non abituali. La concentrazione degli investimenti è nel centro della capitale Lisbona. Sempre più italiani scelgono come destinazione l’Algarve, nel sud del Paese.
Il 5% degli investimenti immobiliari complessivi degli italiani sono diretti in Germania, tra le mete più stabili e ambite d’Europa. La prima scelta è Berlino. Cresce l’interesse per Monaco e Amburgo.
Un’altra destinazione classica per gli investitori italiani sono gli Stati Uniti. A New York la ricerca della seconda casa si è concentrata sui quartieri meno cari e meno inflazionati.
Sono aumentati gli acquisti di immobili in costruzione nelle aree in fase di riqualificazione al di fuori di Manhattan, soprattutto a Brooklyn e South Bronx, dove acquistare sulla carta garantisce prezzi relativamente bassi e buoni rendimenti.
Stabili gli acquisti a Miami, dove nonostante negli ultimi anni ci sia stata una flessione dei prezzi, per molti italiani resta sempre un ottimo investimento, evidentemente non solo dal punto immobiliare.
Restando negli Usa, l’elezione a sorpresa del presidente Trump avvenuta a fine anno non ha ovviamente influito sugli acquisti del 2016.
Vedremo se nel 2017 gli italiani investiranno negli Stati Uniti nell’era Trump, che potrebbe favorire il mercato immobiliare come aveva fatto a suo tempo George Bush, riducendo le imposte e puntando su misure di sostegno al settore. Sarà decisivo anche l’andamento dei tassi di interesse Usa.